Cari colleghi e amici,
vorrei innanzitutto ringraziare l'Organizzazione del Congresso per l'invito a partecipare con una relazione che mi dà l'opportunità di rappresentare l'Italia nel mondo della Floriterapia.
L'argomento che voglio trattare si ricollega pienamente al tema del Congresso di quest'anno e cioè la Terapia Floral tal como la practicamos.
Vi parlerò di come nell'ultimo anno io abbia integrato la Terapia con i Fiori con un nuovo elemento: il fenomeno del Diksha.
Chi dei presenti conosce e ha sperimentato il Diksha potrà ascoltare la mia felice esperienza sia personale che come terapeuta, chi sente oggi per la prima volta questa "oscura" parola spero possa seguire con curiosità quanto esporrò, con curiosità poichè credo nella ricerca sempre nuova di aiuti ed esperienze che possano pervenirci vicendevolmente.
Ho pensato più volte di parlarvi oggi a braccio perché quando l'esperienza è così forte e diretta è più facile esprimere quanto si ha dentro, ma la difficoltà causata dalla lingua e i tempi che mi sono concessi mi hanno indotto a preparare e leggere in lingua spagnola la relazione, riuscendo così anche a tenere sotto controllo il mio entusiasmo.
Vi parlerò di come sono entrata in contatto con il Diksha, insieme a mio marito, e il conseguente ritrovarci in India per vivere pienamente e con il cuore aperto il più meraviglioso viaggio della nostra vita. La fortissima connessione tra l'insegnamento di Edward Bach e quello ricevuto nella Oneness University, l'esperienza e gli effetti dell'energia del Diksha su di me a livello emozionale e fisico.
E poi il ritorno in Italia, la mia guarigione da una sindrome per tutti raramente e difficilmente curabile, l'impatto con la quotidianità e la nostra trasformazione, ed ancora il trasferimento del Diksha, a mia volta, ad amici e pazienti. E l'inesauribile rivelazione di un mondo interiore in coloro che entrano in contatto con questa energia, un'Energia estremamente intelligente che continua, senza arrestarsi, a modificare e a dare un'impronta forte, incancellabile nel cuore di quanti la ricevono con regolarità.
E, per concludere, i risultati constatati personalmente sui pazienti, con il forte proposito di proporvi il reale e valido supporto del Diksha come potente acceleratore dei Rimedi Floreali ed elemento di aiuto nella guarigione spirituale, psichica e fisica del paziente.
Un anno fa entrammo in contatto con questa nuova realtà tramite alcuni amici che avevano vissuto questa esperienza presso la Oneness University nel sud dell'India.
Sperimentammo da loro il trasferimento di tale energia, e quasi immediatamente avemmo la percezione sul nostro corpo e sulla nostra mente di qualcosa di molto particolare e di unico, mai provato fino a quel momento, e che superava anche fasi di profondo silenzio e pace sperimentati nel corso di tantissimi anni con la tecnica della Meditazione Trascendentale.
Il richiamo fu così forte che nel gennaio del 2007 partimmo per frequentare il Corso dei 21 giorni previsto dall'Università, un percorso spirituale, un cammino, un vero processo di risveglio interiore attraverso gli insegnamenti di giovani monaci di illimitata saggezza, e attraverso il contatto con esseri umani che vivono stati elevatissimi di coscienza.
Durante la giornata ci veniva trasferita l'energia del Diksha.
Insieme al nostro gruppo italiano c'erano persone provenienti da paesi di tutti i continenti e, ad oggi, coloro che hanno partecipato al processo dei 21 giorni si contano in circa 6000.
Cercherò di illustrarvi sinteticamente cosa sia il Diksha perché mi interessa, in tale sede, soffermarmi maggiormente sugli effetti e sulla mia esperienza di Floriterapeuta, potendo oggi trasferire il Diksha anche alle persone che si rivolgono a me per una terapia con le Essenze Floreali.
Diksha significa letteralmente "trasferimento di energia" e va inteso come un programma divino per rimuovere tutti i filtri che si frappongono tra noi e la realtà. E la realtà è, in termini semplici, gioia, pace, amore. Lo descrivererei come l'Energia Intelligente della Natura. Il fenomeno avviene poggiando per brevi momenti le mani sulla testa della persona che lo riceve, mettendo in moto il passaggio di un'energia concepita per portare, col tempo, lo stato di Unità in quella persona.
Questa energia discende attraverso il chakra della corona, alcune zone del cervello vengono disattivate, altre aree vengono stimolate, dando inizio ad un processo in cui i circuiti biologici del cervello ed il sistema nervoso vengono riorganizzati, e i canali della Kundalini riattivati. Sappiamo che i chakra hanno diversi ruoli e sono collegati al corpo fisico e al corpo sottile; un modo per risistemare il corpo fisico e quello sottile è lavorare sul "pranayamakosha", dove si trovano i chakra.
Vorrei subito fare una piccola parentesi per chiarire fin da ora che il Diksha non ha nulla a che fare con altre e varie energie di cui spesso si sente parlare.
La scienza è in grado di rilevare gli effetti che il Diksha produce ma, paradossalmente, spiegare cos'è sembra meno facile. L'effetto registrato è l'induzione di un processo neurobiologico, che rallentando l'attività dei lobi parietali del cervello - responsabili del senso di separazione tra noi e ciò che ci circonda - aiuta a trasformare la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo. Il cambiamento a livello neurobiologico che il Diksha innesca, una volta completato, libera le percezioni sensoriali dall'interferenza della mente. E quando i sensi non sono più distratti dall'interpretazione della mente, c'è una naturale chiarezza di percezione, accompagnata da spontanei sentimenti di gioia, calma interiore e senso di unità con tutte le cose.
A livello spirituale, invece, quando riceviamo il Diksha è come se si aprissero le porte alla grazia divina, e iniziassimo a farne esperienza in maniera concreta e diretta. E' come stabilire una connessione con il Trascendente, con Dio, con l'Energia Divina della Natura o come noi preferiamo chiamarla.
Molte persone, dopo aver ricevuto il Diksha, entrano in uno stato di profondo silenzio, spesso accompagnato da esperienze di estasi, espansione dello stato di consapevolezza, assenza di pensieri; altri percepiscono una grande apertura di cuore, c'è chi sente una gioia profonda, chi un senso di pace, altri provano molto amore per la loro famiglia. Diversi cambiamenti fisiologici ed emozionali iniziano ad avvenire man mano che il senso del "sé separato" si dissolve e, in questo cammino di dissoluzione della separazione tutti iniziano a percepire stati di Unità sempre più profondi, sperimentando Unione con la Creazione, Unione con Dio e la cessazione dei conflitti interni.
Le esperienze variano da una persona all'altra, ma hanno qualcosa che le accomuna: quello che arriva con il Diksha è ciò che è necessario per la persona in quel momento. Il Diksha è una specie di intelligenza che arriva esattamente nel modo in cui l'hai voluta, o meglio, in cui ne hai bisogno.
Come potevano non essere attratti da alcune letture trovate in internet su cosa fosse questo misterioso Diksha e poi, ancor più, dopo averlo sperimentato per una serie di volte ?
Il fenomeno ha avuto origine alla fine degli anni ottanta nel sud dell'India, quando Amma e Bhagavan, due insegnanti riconosciuti nella qualità di Avatar, fondarono la loro scuola chiamata Jeevashram, oggi Oneness University. Nel luglio del 1989, improvvisamente alcuni giovani studenti cominciarono a sperimentare elevati stati di coscienza, grazie ad una energia che essi vedevano scendere in loro nella forma di una sfera dorata. Questi ragazzi sono oggi esseri risvegliati, e la loro vita è dedicata al trasferimento di questa potente energia.
Amma e Bhagavan, ad oggi, hanno formati circa 200 di questi ragazzi che, dopo un decennio di peregrinazioni in tutta l'India dando il Diksha a decine di milioni di persone e risvegliandone svariate migliaia, hanno assunto la missione di insegnare e preparare altri a questo compito per favorire una veloce diffusione dell'esperienza a livello mondiale. Dal 2003 la Oneness University ha aperto il programma di preparazione dei Diksha Giver (così chiamato chi può trasferire il Diksha) ai paesi di tutto il mondo. E così da ogni parte si sono avvicinate migliaia di ricercatori ed esponenti spirituali di ogni credo.
Ogni mese, presso la Oneness University circa 170 guide seguono quanti arrivano da ogni parte del pianeta, a qualsiasi credo essi appartengano. La religiosità che regna è infatti laica.
Il processo che viene offerto è un efficace "laboratorio" sia per i ricercatori spirituali, per coloro che hanno alle spalle anni di lavoro su di sé, avendo fatto percorsi di psicoterapia, meditazione e sia per chi è del tutto "digiuno". Il percorso comprende una serie di insegnamenti teorici, pratiche di meditazione, visualizzazioni, tecniche di respirazione. Fa parte del processo una speciale meditazione alla presenza di guide che si trovano in uno stato di coscienza particolarmente elevato. Tutto il percorso è accompagnato dal Diksha che viene trasmesso dalle guide. Questo lungo corso ha richiesto un'introspezione personale e il prendere consapevolezza di diversi aspetti che ci riguardano, riconoscersi e accettarsi, "ripulendo" le proprie relazioni con gli altri se con sé stessi.
Non è stato facile percorrere e vivere le forti sensazioni ed emozioni di fronte a cui ci trovavamo: abbiamo contattato le nostre "zone d'ombra", riconoscendole ed accettandole, abbiamo sperimentato e gestito la sofferenza, le nostre aspettative, proiezioni, maschere. Una volta preso coscienza della nostra natura egoistica e dei torti che abbiamo fatto agli altri, oltre a quelli subiti, si apriva la strada ai passi successivi, allo stato più puro dell'Essere, per scoprire o ri-scoprire il nostro rapporto con il Divino. Divino che ognuno di noi era invitato a contattare nelle forme che più gli erano congeniali: poteva essere una presenza, una voce, una luce, un'immagine.
Più andavamo avanti nel nostro percorso più avevo la sensazione che questa diventava non una momentanea esperienza ma una realtà che sentivo dentro il mio corpo sempre più intima e connessa, coerente con tutto ciò che mi circondava, con i compagni di questo viaggio, con l'intero Universo.
Ma il processo è stato anche difficile, ho dovuto superare montagne dolorose; la sensazione che voglio trasferirvi è quella di essere stata infilata in una lavatrice, lavata e sciacquata dall'acqua delle emozioni più profonde, più radicate, versando lacrime, esprimendo dolori e ferite non rimarginate o inconsce. Catapultata da una parte all'altra del mio corpo, spogliata delle mie maschere e sovrastrutture.
Era come toccare il fondo più nero, "la notte oscura dell'anima" come loro ce la descrivevano e come noi la abbiamo percepita. E così è stato per me, un mare in tempesta. E quando l'energia della lavatrice dolcemente si è arrestata è rimasta solo la quiete, un grande silenzio. Percepivo in pieno quello che tante volte potevo aver sentito nella mia vita come senso di armonia e tranquillità. Ma ciò che stavo provando era qualcosa di molto più forte, era la completa e piena unione fra Anima, Mente e Corpo.
Forse è stato quello il preciso momento in cui una Luce ha invaso tutta me stessa, forse in quell'istante la mia malattia è sparita.
Mi tornavano alla mente le pagine, gli scritti di Edward Bach che ben conosciamo e cioè che quanto più siamo in armonia con il nostro sé spirituale, quanto più siamo vicini all'anima, tanto più intensa sarà la gioia, tanto più velocemente raggiungeremo la felicità e la salute.
Bach ci ricorda che ". nel corpo fisico la malattia è il risultato della resistenza della personalità alla guida dell'anima, quando dimentichiamo la divinità dentro di noi" perché "ognuno di noi ha una missione divina in questo mondo, e le nostre anime utilizzano le nostre menti e corpi come strumenti per compiere questo scopo, cosicché quando tutti e tre stanno lavorando all'unisono, il risultato sarà la salute e la felicità perfetta".
Risuonavano dentro di me le parole lette e rilette di Bach nel suo "Libera te stesso" , che siamo i figli del Creatore e come tali siamo divini, che le nostre anime ci guideranno solo se presteremo loro ascolto, se saremo fedeli alla nostra Divinità ; che la responsabile del nostro bene è solo la nostra anima e la cura che vi rivolgiamo. Possiamo essere sicuri che l'unico peccato è quello di non obbedire ai dettami della nostra propria divinità.
Le guide ci ripetevano quello che Edward Bach scriveva: comprendere che l'Amore e l'Unità sono i grandi cardini della nostra creazione.
Ero immersa, in quell'atmosfera assolutamente unica, in un vortice di parole di Amore Universale per noi stessi e per gli altri mentre sentivo che il Diksha agiva su ogni mia cellula.
Avevo la sensazione che Bach avesse previsto tutto ciò, e il risveglio che vedevo attorno a me ne era la prova: lui già nel 1930 nel suo libro "Guarisci te stesso" era certo che si sarebbe "combattuta la malattia attraverso la fede e le pratiche spirituali, la ricerca di antichi insegnamenti e della saggezza orientale" per lasciare il posto ad una "scienza fondata sulle Verità e governata dalle stesse Leggi divine che regolano la nostra natura".
E aggiungeva "la guarigione passerà all'adozione di metodi spirituali e psichici, i quali, ristabilendo l'armonia tra lo Spirito e la Psiche, sradicheranno la causa che è alla base della malattia."
Devo confessarvi che, pur conoscendo a fondo l'impostazione e le convinzioni del Dr.Bach, solo inserita in quell'ambiente ho avuto la percezione intensa del significato che lui dava al ruolo del medico, e cioè quello "di aiutare ogni malato a conoscere la verità dell'Universo, infondendogli la fede nella sua propria Divinità, con la quale sarà in grado di superare ogni prova e, infine, di prescrivergli quei rimedi naturali che, armonizzandone la personalità, guariranno anche il corpo".
Il cerchio si era concluso, il mio essere floriterapeuta avrebbe potuto, al mio ritorno, avere anche questo ruolo e cioè quello di aiutare il paziente a ricontattarsi con la sua parte Divina, come noi tutti stavamo percependo così meravigliosamente? Ero emozionata, colma di gioia e di gratitudine per aver potuto contattare questo mondo.
Non ho il tempo di descrivervi e raccontare quanto nelle giornate di insegnamenti la mia mente andò ai singoli Rimedi di Edward Bach: ogni lezione o argomento trattato dalle guide avrebbe potuto avere il titolo di un Fiore, una cosa straordinaria! Come ha ben descritto un'amica floriterapeuta i Fiori sono ora per noi "delle piccole creature Diksha, legate a un certo livello del cosmo, e grazie alla purezza della loro informazione, del loro messaggio, possono riorganizzare alcune nostre vibrazioni, determinate emozioni, più o meno profonde e riportarle all'armonia universale".
Con questo enorme bagaglio siamo tornati a casa, mi sentivo in una sfera compatta e totalmente protetta, tornavo alla mia vita di sempre a Roma.
Durante la nostra permanenza in India non mi accorsi che qualcosa mi aveva abbandonato, non saprei dire se improvvisamente o gradualmente, ma quello di cui invece mi resi conto al ritorno è che i dolori che mi avevano accompagnato sempre negli ultimi 4 anni erano spariti.
Soffrivo di una fibromialgia, preceduta da una diagnosi di sindrome da fatica cronica che mi aveva reso la vita difficile, un dolore che non mi abbandonava mai, solo qualche sollievo immergendomi a lungo nell'acqua molto calda. Alcuni dei miei colleghi ed amici qua presenti hanno saputo della mia malattia, cercavo anche con il loro aiuto ed esperienza un sostegno, una soluzione all'invalidità che mi sfiancava. Vivevo, lavoravo, gioivo dei momenti lieti accompagnata sempre da questa presenza, dentro di me, sparsa nei miei muscoli, dalla testa ai piedi. Il corpo bruciava, le spalle erano come azzannate dal morso di un cane che non mollava mai la presa.
La fibromialgia è una sindrome difficile da diagnosticare inizialmente, è una malattia complessa e ad andamento cronico. Cominciai ad avere disturbi nel sonno, parestesie alle mani, dolori forti alle scapole, alle braccia, rigidità alla colonna e alle articolazioni, frequenti dolori muscolo-tensivi, stanchezza esagerata, avevo difficoltà di concentrazione, l'umore variava senza alcun motivo particolare, secchezza agli occhi, ansia.
Sappiamo che la diagnosi viene confermata dal reumatologo ricorrendo a dei criteri che prevedono la pressione esercitata con le dita in 18 punti specifici del corpo, sono i punti trigger della fibromialgia.
Il reumatologo mi disse che avrei dovuto convivere nella vita con questa sindrome, mi diede dei consigli pratici ed una terapia consistente essenzialmente in antidepressivi, farmaci per migliorare il sonno e analgesici quando i dolori erano insopportabili. E' stato terribile. Studiavo, leggevo tutto quello che si diceva in Italia e all'estero su questa sindrome; non seguii la terapia farmacologia e assumevo Fiori, omeopatia, facevo lunghi periodi di agopuntura, osteopatia e così via. Tutto mi aiutava un poco, ma era troppo poco.
Molti gli studi per comprendere le cause scatenanti, ma l'eziopatogenesi non è stata ancora chiarita; si pensa che qualcosa non funziona nei muscoli del paziente fibromialgico, ma si sa che non è rilevabile alcun tipo di infiammazione né lesione nervosa. Chi dice che questa sia in relazione con una sindrome da stress; certamente sono implicati fattori muscolari, endocrini, genetici, neurologici. Alcuni medici ritengono che ci sia una compromissione del sistema di modulazione del dolore che coinvolge sia il sistema nervoso centrale che periferico.
Venni anche qua a Barcellona, presso un Professore di Reumatologia, che dedica la sua attività interamente alla Fibromialgia; parlammo a lungo e mi convinse anche della sua teoria orientata a curare principalmente l'intestino, lui afferma che il mal funzionamento di quest' organo è il principale responsabile.
In questa sede abbiamo ascoltato più volte José Luis Badrena che ci ha parlato sulla Fibromialgia e immaginate con quanta attenzione io abbia ascoltato le sue idee e indicazioni terapeutiche.
Personalmente ebbi un valido aiuto da un integratore nutrizionale, antiossidante, a base di ossigeno, oligoelementi ed aminoacidi. Nato in ambito sportivo per prevenire i sintomi dell'affaticamento cronico il prodotto è stato proposto anche ai pazienti fibromialgici, nella convinzione che il dolore sia causato, almeno in parte, da una insufficiente ossigenazione a livello cellulare. Ebbi periodi in cui il dolore era contenuto, e così gli altri sintomi, ma continuavo a doverci convivere.
Immaginate quindi cosa sia stato per me rendermi conto che tutti questi sintomi erano scomparsi, vivevo come in un sogno e temevo di svegliarmi una mattina nelle condizioni di prima; aggiungo che anche tutti i miei problemi legati all'intestino si misero miracolosamente a posto. A distanza di quasi un anno vi confermo che il mio fisico continua a funzionare bene, in assenza di questi disturbi e fortemente rafforzato ed in armonia.
Ed ora la parte per voi più importante: gli effetti che il Diksha ha avuto su coloro che lo ricevono e sui pazienti seguiti con la Floriterapia. E infine le esperienze dei miei colleghi floriterapeuti che si sono avvicinati al Diksha.
Io e mio marito abbiamo iniziato a trasferire il Diksha in punta di piedi, è un'altra importante iniziazione, immediatamente chi si avvicina a questa energia ne viene colpito come era stato per noi: un grande silenzio interiore, uno stato di unità e di amore, di pace.
Qualcuno non sentiva nulla ma bastava che ricevesse il Diksha per qualche altra volta per percepire che un processo interiore di cambiamento sottile si era messo in atto. Ma, ugualmente come è stato per molti di noi, non si entra in contatto solo con le parti positive della propria personalità e quindi le esperienze sono di gioia ma emergono quelle parti che non piacciono, qualcosa di negativo, per esempio qualche problema insoluto, e la nostra resistenza a vederle e accettarle crea sofferenza.
Perciò, ogni volta che attraverso il Diksha emerge qualche disagio è necessario guardare a cosa stiamo resistendo e saremo aiutati automaticamente, senza sforzo in questo processo, a capire qualche cosa da cui cerchiamo di scappare. Di nuovo verificavo la coincidenza, il lavoro dei Fiori di Bach per entrare in contatto con le nostre parti più oscure e il lavoro del Diksha: entrambi ci portavano a superare le parti più nascoste della nostra personalità.
I cambiamenti riscontrati da chi riceve da noi il Diksha sono percepiti nella sfera del lavoro, nella relazione di coppia e in famiglia, nel corpo fisico e nello stato emotivo. Tutti si sentono più rilassati, il sonno sostanzialmente migliorato, la gente ha la sensazione di aver cominciato un cammino che farà loro del bene, è come se "sentissero" che qualcosa si muove dentro di loro, un ingranaggio finalmente oliato, un corpo ed una mente che si mettono in movimento, e nel modo giusto.
Come vi dicevo, percepivo così intima la connessione tra Diksha e Fiori di Bach che mi sentivo pronta a sperimentarlo anche sui pazienti che seguivo. Avevo saputo da numerosi psicoterapeuti stranieri, anche floriterapeuti, incontrati successivamente in India, durante un successivo mio soggiorno, che il Diksha era un acceleratore in tutti i sensi.
Ho iniziato con alcuni, prima parlandone, dando loro qualche cosa da leggere, ma limitatamente: ero e sono convinta che è determinante l'esperienza: alcuni di loro furono positivamente colpiti che mi chiesero di tornare a studio, anche prima del nostro prossimo incontro, perché potessero ricevere di nuovo il Diksha. Altri non sapevano cosa e se qualcosa stesse accadendo, ma desideravano rifare l'esperienza.
Verificavo che molti di loro percepivano delle sensazioni comuni a coloro che entrano in contatto con questa energia. Queste le più frequenti: sentire nel cuore un fremito, uno sfarfallio che non era tachicardia ma come un battere di grandi ali di farfalla, momenti di gioia inesprimibile, distacco dalle cose e dai problemi che assillavano la loro mente, sensazione di armonia fra tutte le religioni, attenuazione dei conflitti interiori e familiari.
Dal punto di vista terapeutico molto interessante è stato per me notare come i pazienti acquisiscano una quiete interiore che permette loro di assaporare il dissolversi del rumore incessante nella mente. Come ha egregiamente descritto Eckhart Tolle nel suo libro "Il potere di Adesso", ".la mente è uno strumento eccezionale se utilizzata nel modo giusto: Usata nel modo sbagliato diventa però distruttiva ... E' la mente ad usare voi. Voi ritenete di essere la vostra mente ma questa è un'illusione. In effetti è lo strumento che si è impadronito di voi. Tolle insiste molto sul torturatore nella testa che attacca sottraendo energia vitale e causando sofferenze e infelicità, nonché malattie. Liberandoci del potere della mente possiamo incamminarci verso la liberazione dalle sofferenze e dai conflitti interiori ed esteriori e renderci conto come in fondo il termine "illuminazione" non evoca, come Tolle ci ricorda, l'idea di qualche impresa sovrumana, ma è semplicemente lo stato naturale di unione con l'Essere, in unione con la vita nel suo aspetto manifesto, il mondo, e con il proprio sé più profondo e la vita non manifesta.
Quando, nel prendere il caso, tra i vari sintomi si rileva questo continuo parlottio della mente, il Diksha può essere usato come valido sostegno nella cura per quella peculiare qualità di silenzio che è in grado di instaurare.
Un altro frequente miglioramento che ha velocizzato altre terapie è stato quello inerente ai temi della paura e degli attacchi di panico. La sensazione frequentemente sperimentata è quella di sentirsi protetti e rafforzati ad un livello per loro concreto, ma difficilmente descrivibile.
Una mia paziente, con cui sto lavorando da alcuni mesi ha riscontrato uno straordinario miglioramento riguardo la sua claustrofobia dalla quale soffre da molto tempo e che la limita nella vita pratica. Andando a lavoro in autobus, quando questo si ferma per il traffico, lei subito entra nel panico, ha la sensazione di svenire e le batte il cuore. Da quando ha ricevuto il Diksha ha provato una sensazione come un sereno senso di immobilità, sente che Amma e Bhagavan sono là accanto a lei e molto spesso l'autobus riparte senza che lei se ne accorga.
Voglio aggiungere che anche su di me c'è stato un cambiamento in tal senso: è come se ci fosse più facilità nell'accettare le situazioni nella vita sia privata che professionale, forse c'è meno paura, ti senti protetto in tutti i momenti e non vi nascondo che è una sensazione stupefacente.
Vorrei sottolineare un altro aspetto che ho notato fortemente ridursi su di me, ed in questo ricollegarmi alla teoria più volte esposta da José Luis Badrena, secondo la quale i pazienti fibromialgici , in termini di Essenze Floreali, sono Centaury.
Tale asserzione è confermata da altri autori, come Christine Craggs-Hinton, affetta da fibromialgia e facente parte della Associazione Fibromialgia in Inghilterra. Il suo libro mi aiutò molto sia per essermi ritrovata nella sua esperienza (ricordiamoci che uno dei problemi psicologici del paziente fibromialgico è che spesso non viene creduto riguardo all'intensità dei propri dolori) sia per i consigli indicati.
L'autrice, come Luis Badrena, è convinta dell' attitudine Centaury come anche di una forte prevalenza di Elm. Personalmente ritenni di dover lavorare su questi due fiori, insieme ad altri, e li assunsi per molto tempo; in tale direzione i Fiori mi hanno aiutato ma il Diksha ha dato il taglio finale. Quella parte di me che veniva condizionata ed influenzata da fattori esterni e persone, e che poteva sfociare in una modalità di dipendenza, era quella che mi toglieva energia e che mi dava quella sensazione di sentirmi sottomessa in parte dalla fibromialgia.
Come anche quel sentimento di superefficienza esagerata, la preoccupazione di non deludere gli altri, il sovraccarico fisico e psichico, e i dolori di forte intensità propri di Elm.
In questa direzione mi sento vicina alle parole di Neale Walsch, autore della trilogia "Conversazioni con Dio" per cui solo se non avrò bisogno di approvazione dall'esterno, potrò sentirmi padrona di me stessa. O quando ci ricorda che "se desiderassimo soltanto ciò che desidera la nostra Anima, tutto sarebbe molto semplice". Oggi, cercando di ascoltare la parte di me che è puro spirito, come i veri sentimenti, tutte le mie decisioni sono più semplici e spero potranno portarmi a risultati gioiosi e la vita diventerà strumento di immensa gratitudine.
Con altri pazienti il Diksha ha velocizzato la presa di coscienza di alcune personali problematiche e la consapevolezza di poter modificare atteggiamenti strutturati, rigidità di pensiero, rabbie antiche.
Per coloro che volessero saperne di più sarò a disposizione ma il tempo mi è nemico e devo giungere alle mie conclusioni.
Qualche accenno sulle sensazioni percepite dalle floriterapeute che hanno accettato di buon grado di sperimentare il Diksha.
Comune tra tutte c'è stato un affinamento nella percezione del paziente e della facilità di prescrizione dei Fiori; una collega mi ha riferito che la sua parte intuitiva e razionale è così immediata che la cura si scrive da sola e i risultati arrivano, sia con i Fiori, che con le parole e le azioni. Aver incontrato questa energia ha fatto in modo di predisporla in maniera più empatica nei confronti dei pazienti, mettendo in gioco lo scambio energetico e la compassione.
Un'altra ancora mi ha riferito che, nel suo lungo percorso spirituale e di crescita interiore, da quando riceve da noi regolarmente il Diksha, tutto nella sua vita scorre meglio, consapevole che un processo di risveglio era iniziato dentro di sé, ma che avverte ora una potente accelerazione. Le sue percezioni e la sua stessa sicurezza sono aumentate. Paragona il suo cambiamento allo sbocciare di un fiore ed è oggi convinta che le Essenze Floreali prescritte e preparate da un Diksha Giver, o comunque da una persona che ha avviato un processo di risveglio, siano ancora più potenti, mirati e, dove serve, più dolci.
Gratitudine da parte di una collega che mi disse un giorno: Fiori di Bach e Diksha, sembrerebbero due percorsi diversi e separati, ma in realtà si compenetrano perfettamente: Natura e Divino. Da quando il Diksha è entrato nella sua vita la testa ha iniziato a funzionare e qualcos'altro ha smesso. Come se fosse entrato uno gnomo elettricista ed abbia tagliato i fili che andavano in corto circuito e ne abbia sostituiti altri ormai logori e obsoleti, ed abbia inserito il filo della terra, neutrale. A livello emotivo c'è stata una liberazione di emozioni quali tristezza, rabbia, dolore profondo, paura, gioia e felicità senza motivo. A livello sentimentale la comprensione dell'Amore inteso come dono di sé. A livello fisico il rilasciamento di tensioni croniche di cui ignorava l'esistenza. Le roccaforti delle sue convinzioni conscie sono cadute come foglie dall'albero, c'è solo la volontà a lasciar andare ed un profondo silenzio. Nel rapporto con gli altri tutto è cambiato, ed anche con le persone che si rivolgono a lei per la Floriterapia.
Cari amici e colleghi, in questo ultimo anno i miei studi vicini alla Floriterapia e ai metodi di cura naturale hanno preso altra forma e, grazie al Diksha, mi sono trovata a rileggere vari testi con occhi diversi, come i tre volumi di Douglas Baker sulla Guarigione Esoterica, in cui l'Autore descrive quelle forme di guarigione, dove le energie altamente vibratorie possono ricaricare i condotti dei corpi astrale ed eterico del paziente rivedendo in queste pagine l'importanza dell'attitudine del guaritore carico di un profondo sentimento d'Amore dove l'atteggiamento mentale da creare sia quello di Unità, unità di tutte le cose viventi, inclusi il paziente e il guaritore.
Questo il messaggio di Edward Bach: riconoscere l'Unità di tutte le cose e riconoscere che la salute, come la vita, è di Dio e di Dio solo; che il terapeuta è uno strumento del Piano Divino per aiutare a riportare chi soffre al sentiero della Legge Divina.
Concetti che magnificamente Eduardo Grecco nel sul libro "Hecho y proceso diagnóstico en Terapia Floral" ci ricorda, quando pone l'attenzione sul quel vincolo di amore e di relazione indispensabile nell'incontro terapeutico per canalizzare la forza curativa dei Rimedi. Mi è sempre piaciuta questa sua visione di considerare il colloquio terapeutico essenzialmente come una relazione, stabilire un contatto vicino al paziente in modo da costruire al meglio un terreno di empatia su cui i Fiori possano agire.
Credo che arrivi un momento nell'evoluzione di ciascuna anima in cui la maggiore preoccupazione non è più la sopravvivenza solo del corpo fisico, bensì la crescita dello spirito, non più l'attaccamento al successo terreno ma la realizzazione del Sé. Per tutto questo ho ritenuto importante trasferirvi la mia esperienza che ha cambiato la mia visione nei confronti della vita e la relazione che ho con le cose e le persone attorno a me.
Grazie per la vostra attenzione.